Cultura Fontainemore

Il villaggio dei muratori

“Fontainemore: o la stola o la cazzuola”: secondo l’antico proverbio, le due professioni più diffuse della comunità erano in passato quelle di sacerdote e di muratore.

Dal 1700 al 1970 sono stati più di 70 i giovani che hanno ricevuto l’ordinazione sacerdotale: molti di più i muratori che rappresentavano quasi il 40% della popolazione maschile.

Immaginati per un istante di tornare ad inizio Novecento e ritrovarti in un villaggio brulicante di vita. I terrazzamenti, costruiti per sfruttare al massimo il territorio, erano coltivati a cereali grazie alla passione e alla fatica dagli abitanti del villaggio.

La segale era raccolta, fatta essiccare in appositi locali, battuta e setacciata. Da qui trasformata in farina al mulino per creare il pane per tutto il villaggio. Per vivere questa esperienza puoi approfondire in “Il pane nero delle Alpi”.
Gli abitanti vivevano in case, costruite “a funzioni concentrate”, nelle quali si svolgevano tutte le attività fondamentali: dimora, ricovero degli animali e degli attrezzi, lavorazione del latte, conservazione del fieno e delle scorte alimentari.

L’antica frazione di Farettaz è come un museo a cielo aperto, un tipico esempio di insediamento permanente rurale valdostano di media montagna con le caratteristiche strutture necessarie al sostentamento e alla vita della comunità: il forno, il mulino, la cappella e la scuola. Anche se al giorno d’oggi la frazione risulta pressoché disabitata, si può ancora godere dell’architettura del luogo, un esempio della maestria dei maçons (artigiani muratori) che da qui migravano da primavera all’autunno all’estero, soprattutto in Savoia, nel Ducato di Aosta e in Svizzera, portando al loro ritorno nuove tecniche costruttive apprese all’estero.

Informazioni utili

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📅 – Marzo – Novembre

I muratori della Valle del Lys erano gli unici in Valle a seguire una direzione contraria all’emigrazione invernali. Nel 1913 il parroco affermava che erano oltre trecento i giovani migrati all’estero in primavera, lasciando alle donne tutte le occupazioni agricole. Sarebbero rientrati in occasione della festa patronale del loro villaggio, tutte fissate nella stagione autunnale o invernale. Camminando tra le strette vie, ad un occhio attento non passeranno inosservate sulle travi di alcune abitazioni le iniziali del Maitre Maçon che firmava la sua realizzazione accompagnate dall’anno di costruzione.

La figura del maçon è centrale per Fontainemore, non solo per l’impronta lasciata sugli edifici visibili in tutto il territorio comunale. Si deve ad un muratore, Jean Pierre Aguettaz, la fondazione a Fontainemore nel 1678 della prima scuola elementare in Valle d’Aosta grazie alla donazione di mille scudi. La puoi vedere in Località Planaz, dietro la cappella, seppur la sua destinazione sia cambiata. Tra il 1700 e il 1800 sei frazioni a Fontainemore avevano un edificio scolastico e nel capoluogo, oltre alla scuola elementare, sorgevano un asilo e la scuola superiore di Geometria.

Legata all’emigrazione dei muratori esiste anche una tradizione legata alla figura di San Grato. Quando nel 1380, le reliquie del santo furono rubate dalla Cattedrale di Aosta, alcuni muratori di Fontainemore che lavoravano in Savoia le ritrovarono e riuscirono a riportarle in Valle d’Aosta attraversando il colle sul lago di Valgrisenche (Lago di San Grato). In ricordo di questo vicenda, ancora oggi, si riserva ai muratori di Fontainemore vestiti, con il costume tipico, l’onore di portare le reliquie del santo durante la processione ad Aosta (7 settembre).

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